CONCINNITÀ
CONCINNITÀ si interroga sulle sfide che si presentano oggi nel riabitare il mondo secondo un diverso rapporto con l’esistente, dove tutto è patrimonio. Sui territori, costellazioni di città e non città traducono ovunque l’urbano. La tabula è plena. E si presta ad essere dinamicamente sovrascritta, graffiata, trasgredita, perché chiamata a conservare la vita.
È in queste mosse che si compongono nuove dimensioni di abitabilità, radicate nel ripensamento della relazione tra tempi e modi di stare nella Terra. Esplorazioni attraverso l’oceano urbano generano comunità resilienti perché capaci di agire e ri-abitare le eredità, così come sono, trasformandole.
L’avanzata della città, e poi la sua dissoluzione, suggeriscono modi di porsi e osservare le contraddizioni del presente dove è l’immaginazione che assembla luoghi e parentele inattese. Mondi resilienti, perché si scoprono nella meraviglia del gesto effimero. Dallo zenit, la discesa dello sguardo si fa attraverso, producendo interferenze tra soggetti, cose, usi. I corpi calati nelle realtà urbane realizzano spazi affettivi che discorrono di città oblique, descritte nell’andirivieni tra prosaico e sublime, tra attimi ed eternità.
In questi accumuli, ci si scopre implicati con le cose e con gli altri, e i luoghi si misurano per densità d’immersione di chi partecipa. L’allungarsi delle ombre sulla ruvidità del suolo annuncia sommovimenti perpetui, disfacimenti e quotidiane rinascite, il cui potere plastico è nella cura.
Collaborazioni
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
XVII Biennale di architettura di Venezia, Paglione italiano “Comunità resilienti” a cura di Alessandro Melis
Pubblicazioni
G. Caudo, F. Fava, Concinnità: Il progetto di città, contemporaneo /// Territori co-adattivi. Verso forme resilienti di riuso del patrimonio, «AND Rivista Di Architetture, Città E Architetti», 2021, 40. Disponibile a: and-architettura.it/index.php/and/article/view/390.