Diade Roma-Milano
Il progetto di ricerca è finanziato nel 2021 dall’Osservatorio urbanistico della Regione Lazio e in questa fase è stata operata una prima ricognizione da parte dell’unità del Dipartimento di Architettura (Università degli Studi Roma Tre), che ha come coordinatore Giovanni Caudo. All’impostazione della ricerca hanno collaborato, fino ad oggi, M. Baioni, M. Pietropaoli, M. Coviello e L. De Strobel. I referenti per il Politecnico di Milano al momento sono A. Balducci, A. Coppola e V. Fedeli.
Roma e Milano, come Madrid e Barcellona, Berlino e Francoforte, Pechino e Shangai. La capitale politica e quella economica: un doppio primato, all’interno di un’unica nazione. Nell’immaginario prevalente, racchiuso dentro la cornice dei confini nazionali, città contrapposte l’una all’altra. Nel caso delle città di Roma e Milano, si può dire che lo scenario tendenziale della diade urbana si configuri storicamente come un sistema “idraulico” che, creando competizione su diversi fronti, sottrae funzioni e prestigio all’una o all’altra città anziché creare le condizioni per una complementarità fruttuosa a livello locale, nazionale e internazionale. Il punto di partenza è quindi un’apparente alternativa asimmetrica tra Roma e Milano e, in particolare, il riaffiorare nel corso dell’ultimo decennio di una condizione di favore per la città di Milano all’interno di questa dualità.
A partire dalla crisi del 2007-2008, Roma sembra avere perso terreno a causa delle diverse capacità di mediazione delle élite locali e dalle difficoltà di finalizzare gli investimenti pubblici. Tanto che da una serie di narrazioni tese alla competizione si è passati ad un potenziale svantaggio della capitale, pur con qualche eccezione sintomatica. Possiamo guardare all’inasprimento delle retoriche oppositive autocelebrative o autocritiche (da un lato “Yes Milano” o “Milano città-stato”, dall’altro “Roma fa schifo”) come l’estremo cinico di una corrente che testimonia una maggiore autocoscienza rispetto alle problematiche urbane nelle due città.
Si può cominciare ad avventurarsi in queste autorappresentazioni (divenute talvolta stereotipi) a partire dai documenti strategici elaborati dalle due città-regione e dai piani di settore, nei quali emerge già una prima evidente divergenza. Guardando poi alle politiche urbane, alla gestione della spesa pubblica fuori dai trasferimenti ordinari e alle scelte localizzative per alcuni settori, si proseguirà l’indagine sull’apparente squilibrio a sfavore di Roma. Gli indicatori qualificanti per discutere sulla consistenza di questa asimmetria vengono rintracciati su filiere orizzontali: i grandi progetti con il coinvolgimento dello stato, il mercato immobiliare, la logistica, l’istruzione e il sistema universitario e della ricerca, la dotazione di risorse naturali e l’approccio alla crisi climatica, il sistema assistenziale e il volontariato, l’associazionismo e la cittadinanza attiva. L’obiettivo è ricostruire le traiettorie, lo scenario tendenziale delle due città e della loro relazione negli ultimi quindici anni.
La ricerca è strutturata su quattro settori di approfondimento:
- Indicatori – Ricognizione, analisi critica e restituzione di dati significativi per comparare le due città
- Coppie di città – Lettura della diade basata su una comparazione internazionale
- Narrazioni – Decostruire la polarizzazione a favore di una complementarietà
- Ritratto territoriale – Le due città-regione come misura di nuove figure interpretative.
I tre settori principali, in sintesi:
- Coppie di città. Dopo una review della letteratura sulle coppie internazionali, si prevede di organizzare all’inizio del 2023 un dibattito accademico internazionale, come strumento con cui si raccoglieranno restituzioni critiche delle esperienze di diadi di città in altri paesi europei ed extra europei: Madrid e Barcellona, Berlino e Francoforte, Pechino e Shangai, nell’antichità Atene e Sparta, Berna e Zurigo, Ankara e Istanbul. Infatti alcuni fattori della specificità italiana sono fortemente intrecciati con la storia d’Europa: uno stato-nazione giovane, l’alternanza di importanza delle città europee come fulcri di interesse in diverse fasi (età imperiale e tardo-imperiale, rinascimento, romanticismo, risorgimento, ricostruzione e boom, “berlusconismo” e guerra fredda) e, andando ancora indietro, l’organizzazione come città-stato e la confederazione di città alla base delle vicende del mediterraneo (Atene e Sparta).
- Narrazioni. Nel senso comune, sono note alcune narrazioni che si proiettano sulle città di Roma e Milano, spesso fondate su pregiudizi positivi o negativi, che funzionano anche da minimi comuni denominatori dei fattori e delle tendenze emerse nelle prime due fasi della ricerca: es. velocità (M) vs lentezza, organizzazione (M) vs improvvisazione (R), produttività (M) vs inoperosità (R), ecc. Spesso, inoltre, per ogni valore riconosciuto esiste una congiunzione avversativa: es. Roma è verde ma sporca, Milano è pulita ma grigia. Provando a sospendere il giudizio sui diversi valori, si possono usare questi attributi per condurre una riflessione sulla rappresentazione delle due città tra passato e futuro. I colloqui con economisti, sociologi, storici, esperti di comunicazione, critici letterari, possono servire ad una contestualizzazione temporale e socio-politica delle tendenze negli ultimi quindici anni. La realizzazione di alcune interviste a intellettuali ed esperti nel campo delle discipline storiche/testimoni/opinion leader serviranno a “filtrare” attraverso questi stereotipi la storia/le storie delle due città.
Una ricognizione di fonti miste ed eventuali questionari da sottoporre ad un target di popolazione significativo e alcune interviste ad operatori possono contribuire a comporre un mosaico di narrazioni da mettere in controluce attraverso le questioni emerse e i dati emersi dagli indicatori. - Ritratto territoriale. Una volta tracciate le coordinate delle traiettorie delle due città in termini di comparazione, polarizzazione, reciprocità, si vogliono assumere le lenti dello Stato che vuole guardare il paese provando a rafforzare le condizioni per un reciproco traguardarsi delle due città, come esempi ed esperienze da mettere in comune. Seppure molti dati sono stati già stati comparati non solo per Comune ma anche per Provincia o per Regione, l’immagine delle due “regioni urbane” viene restituita solo alla fine, a partire da alcuni elementi territoriali fondamentali e guardando agli esiti delle esperienze recenti di partenariato Stato/Comune/Regione su cui Roma sembrava aver perso terreno. Questa operazione servirà a ricalibrare tutte le criticità emerse nella comparazione precedente. Infatti, per smentire gli estremi dell’antagonismo (l’atteggiamento secessionista o anti-europeista del nord, il provincialismo di Roma) è utile misurare geograficamente il ruolo delle città in diversi settori pubblici e privati, includendo il sistema regionale di cui sono parte.
AFFIDATARIO// PROGRAMMA DI RICERCA
G. Caudo e M. Baioni