Laboratorio di Città Corviale
Il Laboratorio di Città Corviale è un progetto di ricerca/azione del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con la Direzione per l’Inclusione Sociale della Regione Lazio, che nasce nel 2018 allo scopo di affiancare al progetto di trasformazione fisica del Corviale, in particolare del cosiddetto Piano Libero, azioni e politiche sociali in grado di accompagnare i soggetti che ne sono direttamente coinvolti. Obiettivo del Laboratorio è quello di tradurre gli interventi di riqualificazione urbana previsti nell’area, in politiche di sviluppo locale di più ampio respiro che coinvolgano le realtà già presenti sul territorio e informare, raccordare e coordinare le diverse progettualità previste. Il Laboratorio si configura come strumento indispensabile ad un programma di rigenerazione urbana in un quartiere di edilizia economica e popolare perché in grado di intercettare e raccogliere le istanze, i bisogni e le necessità del territorio. Un luogo fisico dove possano convergere le forze comunque presenti e da dove possano ripartire potenziate dallo scambio reciproco. L’attività di presidio territoriale del Laboratorio, oltre ad agevolare la conoscenza dei problemi e l’emersione dei bisogni, permette al gruppo di lavoro di relazionarsi con il contesto, conoscere gli abitanti, le realtà locali e le Istituzioni, favorendo un processo di riconoscimento e costruzione della propria legittimità ad operare su alcune tematiche.
Il Laboratorio svolge infatti un ruolo importante di mediazione sociale affiancando i processi di rigenerazione urbana in corso nel complesso immobiliare. Nello stesso tempo ha già avviato dei progetti che ripongono attenzione allo spazio di prossimità come spazio di welfare in senso ampio.
Le azioni messe in campo dal Laboratorio possono essere sintetizzate come segue:
- accompagnare le famiglie coinvolte dai programmi di trasformazione edilizia in corso, condividere e comunicare con gli abitanti sui contenuti di tali trasformazioni allo scopo di assicurare la maggior efficacia degli interventi, sviluppare il senso di appartenenza e l’appropriazione nei confronti delle trasformazioni edilizie e urbanistiche previste e in corso nel quartiere di Corviale;
- organizzare iniziative pubbliche e promuovere progetti rivolti alla comunità locale, con una particolare attenzione ai gruppi che presentano maggiori fragilità;
- promuovere la ricerca a partire dalla conoscenza diretta del territorio organizzando workshop e lezioni aperte in situ.
Il tema della città pubblica è stato reinterpretato non come una politica di settore ma come un campo di azione all’interno del quale ricomprendere gli interventi edilizi, l’attivazione di servizi e lo sviluppo di forme di gestione dei servizi comuni da parte dei residenti. La possibilità di lavorare in questo modo è stata data dalla presenza di un dispositivo radicato nel quartiere, il Laboratorio, che ci ha permesso di progettare e seguire passo passo tale sperimentazione di pratiche e di costruire un ponte tra il linguaggio dell’esperienza pratica e il piano delle politiche.
Il Laboratorio è infatti un luogo fisico, un presidio dove si attivano scambi orientati a costruire azioni locali coordinate, basati su interpretazioni dei problemi in grado di aprire all’azione.
Si tratta di un lavoro di prossimità svolto per e tra gli abitanti. Il Laboratorio è uno spazio pubblico, aperto quattro giorni alla settimana, dove non serve un appuntamento per entrare. Gli abitanti sanno che qui possono trovare qualcuno pronto ad ascoltarli e accoglierli. Sanno che qui possono ad esempio trovare aiuto nel segnalare all’ente proprietario, l’Ater, le perdite d’acqua, problema quotidiano a Corviale. Il Laboratorio è quindi prossimo agli abitanti e alle necessità che manifestano anche nel tentativo di accorciare la distanza tra le Istituzioni e i cittadini che negli anni è andata crescendo. La presenza costante del Laboratorio sul territorio ha infatti colmato un vuoto istituzionale con l’obiettivo di costruire una relazione positiva tra l’ente proprietario e gli inquilini da cui entrambe le parti possono trarre beneficio, producendo effettivi miglioramenti rispetto agli attuali standard di servizio.
L’attività del Laboratorio riguarda l’abitare nel suo senso più ampio, non esaurendosi l’abitare al mero risiedere in un alloggio. L’abitare è un processo continuo che riguarda uno spazio di vita che coinvolge non soltanto la casa ma anche i servizi che quotidianamente fanno parte della sfera del nostro vivere. Non si abita una casa ma la città tutta fatta di luoghi di lavoro, di cura e di svago. In questo senso l’attività del Laboratorio non si limita all’accompagnamento delle famiglie da casa a casa ma include iniziative ed azioni che hanno a che fare con l’abitare in senso più ampio.
E proprio nel riconoscimento della necessità di accompagnare la trasformazione fisica della città con azioni di natura sociale si intravede un cambio di paradigma: non più un’amministrazione centralizzata che gestisce la cosa pubblica in maniera verticistica ma un’amministrazione condivisa con altri enti, in questo caso l’Università e la Direzione per l’Inclusione Sociale, ma anche con gli stessi abitanti.
Ne è un esempio l’attività che il Laboratorio svolge con le comunità di artisti e artigiani occupanti i locali extraresidenziali di Via Marino Mazzacurati 89 che mira alla costruzione di una nuova modalità di gestione di questi spazi pubblici abbandonati. Il lavoro svolto può essere raccontato in diverse fasi: la prima ha avuto l’obiettivo di attivare le comunità locali secondo un approccio di co-creazione di luoghi dedicati ad attività culturali, sociali e ricreative (ad esempio la realizzazione di un playground a terra) con l’obiettivo di aprire al quartiere questo spazio pubblico abbandonato. Abbiamo poi lavorato al rinsaldamento della dimensione comunitaria tra le diverse realtà occupanti al fine di costituire quel soggetto deputato alla co-gestione del “bene comune” piazzetta.
La seconda fase di lavoro è stata la co-progettazione degli spazi della piazzetta al fine di rifunzionalizzare in modo ecosostenibile e di migliorare la qualità del tessuto sociale con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali del quartiere. Oggi questo lavoro ha acquisito maggiore rilevanza per l’inserimento della Piazzetta delle Arti e dell’Artigianato tra le progettualità previste dal Piano Urbano Integrato (PUI) area Corviale finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Memoria Giunta Capitolina 3 febbraio 2022). Il Laboratorio ha lavorato insieme ai Dipartimenti del Comune interessati, alla stesura del progetto di fattibilità al fine di garantirne l’aderenza con il territorio e le sue necessità e oggi è stato investito dal ruolo di coordinamento del tavolo di partenariato con il Terzo Settore per la definizione dei progetti immateriali che accompagnano le trasformazioni fisiche previste dal PUI Corviale.
Affidatario
Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre
Collaborazioni
Avanzi spa;
Martesocial e MarteLive (Festival Corviale Urban Lab);
Latitudo Art Project (Festival Città Foresta e Magic Carpets);
Istituto Comprensivo Fratelli Cervi (Tutta mia la città);
Servizi sociali municipali (PUC Corviale si-cura);
Associazione culturale comunità X (Piazzetta delle Arti e dell’Artigianato);
Associazione culturale Stamperie del Tevere (Piazzetta delle Arti e dell’Artigianato);
Ater Roma (programma di trasformazione del Piano Libero);
Sapienza (tirocinio curriculare per una studentessa iscritta al corso di laurea in Cooperazione Internazionale e Sviluppo presso il Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale);
Cantieri creativi (tirocinio formativo per gli studenti prossimi alla laurea di Architettura e del Dams di Roma Tre);
Open House Roma (Museo delle Memorie);
Museo delle Periferie (Iper Festival);
Daitona (Sinfonie Urbane);
Società agricola Lunatica (Orto di comunità);
Associazione culturale Piccole Risonanze (Gioca la tua fiaba);
Calcio Sociale (REstate a Corviale);
Biblioteca comunale Renato Nicolini;
Associazione culturale Il Mitreo (Noi Corviale tv);
Aldo Feroce, Roberta Marsigli, Giovanni Stalloni, Mikolas Joudele, Alessandro Imbriaco, Renato di Giannantonio, Paola Springhetti, Claudia Consorti (fotografi per la Mostra delle Memorie);
Jean Francois Karst (artista residente presso Villa Medici);
Leire Sanmartin (artista residente presso l’Accademia di Spagna).
Pubblicazioni
seminario “Corviale, Laboratorio di Città” (luglio 2019)
seminario “Fare Spazio… a nuove narrazioni” (febbraio 2022)
documentario “Fase Zero” realizzato dal Laboratorio di Città Corviale per la regia di Silvia Bellotti (2019);
documentario “SENZA TITOLO” realizzato dal Laboratorio di Città Corviale per la regia di Patrizia Santangeli (2021);
proiezione pubblica del documentario “Senza Titolo” (settembre 2021)
pubblicazione negli atti del convegno “Superamento delle barriere all’abitare” in Urbanistica Informazioni n. 286, INU Edizioni;
pubblicazione dell’articolo “Il Laboratorio di Città Corviale. Una esperienza multidisciplinare nella periferia della Capitale”, Welfare oggi n1/2021;
pubblicazione dell’articolo “Il pubblico re-esiste in periferia. L’esperienza del Laboratorio di Città Corviale” in “Storie di quartieri pubblici. Progetti e sperimentazioni per valorizzare l’abitare” a cura di Anna Delera e Elisabetta Ginelli, Mimesis edizioni (2022)
pubblicazione dell’articolo “Rigenerare la Città Abitata. Il racconto del Laboratorio di Città Corviale” in “Rigenerare a Sud | Rigenerare il Sud: atlante dei luoghi della rigenerazione urbana, Franco Angeli (2022).