Piano di assetto dell’area archeologica monumentale del Colosseo
Nel 2016 il “Gruppo permanente di ricerca Progetto e contesti” del Dipartimento di Architettura (Università degli Studi Roma Tre) ha ricevuto un incarico dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale (F. Prosperetti) e Mondadori-Electa (R. Cappelli e A. Grandi) per una consulenza professionale sulla gestione dell’area monumentale del Colosseo. Il “Piano di Assetto dell’area archeologica e monumentale del Colosseo” è l’esito della ricerca portata avanti in circa due anni a seguito di una convenzione operativa siglata nell’ottobre 2016 nell’ambito di un protocollo d’intesa sancito nel luglio dello stesso anno. Le attività di ricerca sono cominciate nel novembre 2016 e sono state strutturate in quattro fasi: analisi dello stato di fatto e dei programmi in corso; sintesi delle criticità, degli obiettivi e definizione delle priorità di intervento; interventi del Piano di Assetto; relazione e indicazioni ai fini attuativi. Un workshop intermedio è stato il passaggio tra la seconda e la terza fase.
Data la percezione crescente dell’insicurezza pubblica (possibili attentati, vandalismo e degrado), nel 2016 la domanda principale della committenza riguardava le condizioni attuali degli accessi al monumento e un parere sulla collocazione di un centro servizi nella piazza del Colosseo. La preoccupazione principale riguardava soltanto i servizi essenziali (biglietteria, shop, ristorazione veloce) e la possibile messa in opera di una recinzione per l’intera area per aumentare la sicurezza. Pur occupandosi della realizzazione di questa previsione, il gruppo, coordinato da Giovanni Caudo, ha spostato l’attenzione sulla trama di percorsi urbani e il carattere di crocevia della piazza. È stata quindi ribaltata la richiesta della committenza, tendente a combinare gli obiettivi di sicurezza con un rapido ricambio di visitatori verso un monumento recintato (senza frizioni con il contesto). Al sistema di percorsi urbani di progetto, esito di questo ribaltamento, è stato dato il nome di una “Trama”, nella quale non era importante che il monumento fosse ristabilito come centro. Il programma “colossale” insito nell’edificio infatti non risulta grandioso solo nelle sue dimensioni ma anche per la sua allusività alla scala vasta e per la sua capacità di integrare elementi nella posizione reciproca e nelle traiettorie narrative urbane, storiche e contemporanee.
Dall’analisi storica della stratificazione di questi campi di energia spaziale sono emerse due tendenze importanti a sostegno dell’intuizione di poter lavorare sulla Trama:
- la vocazione del sistema urbano romano a traguardare, unire, integrare: ri(con)prendere costellazioni e luoghi;
- il suolo del Colosseo come emblema, alla sua scala, del grande deposito alluvionale del Lazio.
Se è vero che Roma è fatta di direzioni sacre più spesso di quanto sia fatta di luoghi sacri, tale è anche la città contemporanea. Il progetto è una Trama comprensiva e incompiuta di queste direzioni/tensioni, dove i luoghi non appaiono e non sono dati senza l’esperienza dell’avvicinamento e del percorso.
Nei mesi della ricerca, al dialogo su una possibile rilettura dell’area hanno collaborato l’urbanistica, le competenze degli studi urbani, la storia della città, il restauro, il progetto architettonico e urbano, la modellazione probabilistica (Space Syntax). Si sono inoltre costruiti dei tavoli ai quali hanno partecipato numerosi attori della trasformazione urbana (amministrazione pubblica, associazioni, stakeholders), con i quali la ricerca è stata socializzata e riorientata in maniera incrementale.
Del team interdisciplinare “Gruppo permanente di ricerca Progetto e contesti” del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre hanno fatto parte:
F. Amarilli, D. Aureli,
M. Baioni, T. Casaburi,
G. Caudo (Coordinatore e responsabile scientifico),
R. D’Autilia, M. Farina,
G. Longobardi, M. Pietropaoli, B. Pelusio, S. Sebastianelli,
M. M. Segarra Lagunes,
N. Vazzoler.
L’esito della ricerca interdisciplinare, cui hanno presoc parte ricercatori e docenti del Dipartimento e professionisti esterni, è la redazione del “Piano di assetto dell’area archeologica monumentale del Colosseo”.
Il dossier è stato presentato e consegnato alla committenza ma non ancora pubblicato.
Il Piano in sintesi
La strategia generale del Piano di Assetto si fonda sul recupero della storica funzione del Colosseo quale snodo di una trama di percorsi urbani, attraverso il ripristino delle direttrici storiche, oggi parzialmente compromesse dalle sistemazioni novecentesche. Si prevede la costituzione di un circuito di visita esteso, basato su una rete di otto percorsi pedonali, continui e attrezzati, che legano il Colosseo ai principali siti dell’area archeologica centrale. Una pluralità di punti informativi e di servizio può stemperare le esigenze di attrezzaggio e specializzazione della piazza del Colosseo, oggi percepita come unico punto di approdo, transito e ingresso di una moltitudine di persone.
Il piano si propone di restituire un ordine e conferire un carattere di piazza urbana all’insieme degli spazi circostanti l’anfiteatro, considerando unitariamente le aree poste a quote differenti. La sistemazione delle “piazze del Colosseo” vuole favorire una migliore conoscenza, fruizione e gestione del monumento e, al contempo, accompagnare i tragitti quotidiani degli abitanti e le rotte dei flussi turistici verso i luoghi limitrofi, esperibili con un gradiente diversificato di caratteri paesaggistici, naturali ed urbani.
Lo spazio attorno al Colosseo è riorganizzato attraverso una serie coordinata di interventi, che, anche distribuiti nel tempo, possano permettere di raccordare loro le diverse quote archeologiche con le diverse quote urbane. Si prevede la riscoperta dell’anello dei Travertini, il collegamento con il Ludus Magnus, la riconfigurazione dell’affaccio urbano del Celio per ricavare un ampio spazio pedonale raccordato con una gradinata alla quota archeologica, la sistemazione del fronte di affaccio sul Colosseo da nord, sviluppato su diverse quote, con la riqualificazione del belvedere di largo Agnesi e la previsione di un diverso sistema di risalite che consenta anche di recuperare la storica relazione, visiva e funzionale, con via del Colosseo.
La sistemazione di via di S. Gregorio, attraverso la riduzione della carreggiata stradale e l’allargamento della sede pedonale, con la previsione di un lare alberato che traguarda il fornice dell’arco di Costantino, restituisce dignità e qualità a uno degli assi storici di accesso alla valle del Colosseo. Anche in relazione a questa trama urbana più ampia, il piano dedica un’attenzione particolare ai nodi di accesso all’area a nord (Cavour) e sud (Circo Massimo) e alle aree circostanti, considerati come valide alternative per l’accoglienza dei visitatori rispetto alla fermata della metro B al Colosseo.
Affidatario / programma di ricerca
Giovanni Caudo (Coordinatore e responsabile scientifico)
Pubblicazioni
D’Autilia R. e Spada M. (2018), “Extension of Space Syntax Methods to Generic Urban Variables”, Urban Science, vol. 2, n. 3, p. 82.
Pietropaoli, “La città comprensiva e lo spazio pubblico della terza ecumene”, in L’(in)comune. Equivoci, essenziale e pratiche, G. Caudo, M. Pietropaoli & S. Sebastianelli (eds.), «QU3 – iQuaderni di U3», anno 8, n. 25, Quodlibet, Roma-Macerata, pp. 63-73, ISBN 9788822908056, E-ISBN 9788822913128 ISSN: 2531-7091 (online), ISSN: 2611-5646 (edizione cartacea).