Plastic or elastic? Exploring the spatialities of post-COVID-19
PRIN (progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale) finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU
Il progetto di ricerca si concentra sullo sconvolgimento e riposizionamento spaziale generato dal 2020 a causa della pandemia da COVID-19, guardando a quest’ultima come una crisi tra le tante che hanno sfidato l’organizzazione consolidata del mondo contemporaneo. Mentre il dibattito si focalizza sul tentativo di comprendere se (e come) il mondo sarà complessivamente plastico o elastico al COVID-19, questo progetto di ricerca, radicato negli studi urbani e nella pianificazione, si concentra in modo specifico sulla “ri-negoziazione dello spazio” generata dalla pandemia e dal suo potenziale nei confronti della transizione. Il COVID-19 ha lavorato come un acceleratore sconvolgendo diversi meccanismi e dinamiche socioeconomiche radicate. Il progetto parte dall’ipotesi che siano stati generati cambiamenti significativi nella produzione-organizzazione-fruizione dello spazio. Questo produce quello che provvisoriamente possiamo definire “ri-negoziazione dello spazio”, che può anche impattare in modo significativo la produzione dell’“urbano”, minando il suo ruolo in relazione alle funzioni economiche chiave e consolidate della città del XX secolo. Il progetto si interroga su ogni cambiamento che ha il potenziale nella ristrutturazione delle pratiche spaziali e sugli immaginari, fornendo le basi per soluzioni spaziali più giuste e sostenibili. Inoltre, ha lo scopo di domandarsi se le politiche di rilancio promosse dagli attori pubblici saranno in grado di supportare una transizione meno cieca e più sensibile rispetto allo spazio. Infine, il progetto aspira a contribuire alla teoria della pianificazione e alle pratiche indagando se e come la pianificazione spaziale può trovare un nuovo ruolo e una prospettiva attraverso la sfida della prospettiva pandemica. Radicandosi nella cosiddetta “svolta spaziale” delle scienze sociali, esplora il potenziale della “teoria della transizione” per lo sviluppo di una comprensione non lineare, multilivello e co-evolutiva del ruolo dello spazio nelle transizioni così come offre un contributo critico per la gestione della transizione. Il progetto ha selezionato quattro precisi ambiti e funzioni urbane dal bando 2022 del Ministero dell’Università e della Ricerca MUR: mobilità di persone e cose; educazione superiore universitaria; attività manifatturiere. Crediamo che la pandemia non abbia impattato soltanto temporaneamente sul ruolo e l’organizzazione di queste funzioni ma abbia anche impresso uno sconvolgimento e riposizionamento spaziale complessivo sulla loro produzione e organizzazione. Alcune reazioni tattiche pubbliche e private, individuali e collettive, sono state dispiegate per controbilanciare temporaneamente questo rimescolamento. In ogni caso, per il loro ruolo nel farsi della città contemporanea, meritano uno sforzo visionario più consistente per contribuire strategicamente e sistematicamente alla città post-covid. Il carattere originale del progetto si colloca nel suo approccio: le attività di ricerca prefigurate avranno lo scopo di provocare e nutrire il processo di co-creazione della conoscenza, coinvolgendo attori privati e pubblici nella promozione della transizione verso un’organizzazione socio-economica e spaziale più giusta e sostenibile.
Collaborazioni
Il PRIN (progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale) è finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU grazie ad un bando del MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca.
Altre unità di ricerca:
Unità 2 – Università degli Studi di Firenze:
Camilla Perrone – Professore associato, coordinatrice
Unità 1 – DASTU, Politecnico di Milano:
Valeria Fedeli – Professore associato, coordinatrice